Proprio in relazione al Castello è stata più volte citata che a metà del XIX secolo la piccola chiesa divenne proprietà dei Conti Kuen di Castel Belasi, questo significò insieme alla cessazione di servizio al culto anche l’ inizio del suo abbandono e il conseguente degrado. Che la relazione tra la piccola chiesa e i nobili del Castello fosse sempre stata forte è suggerito anche dalle tre lapiti che ricordano la presenza dei Conte de Khuen Belasi.
Questa piccola chiesa romanica è una delle più interessanti e forse meno conosciute della zona.
I lavori successivi al 1600, restituirono l’originale struttura, (con il tetto a vista ) che è la forma delle vecchie chiese romaniche anteriori al 1400, e essendosi dovuti eliminare i muri perimetrali di rinforzo si riscoprirono gli affreschi del frontone e delle pareti laterali.
La straordinaria importanza di questo ciclo di affreschi è data sia dalla grande qualità della pittura, aspetto lampante nelle zone meglio conservate, che dal fatto che nella accanto alla finestra di destra ci sia il riquadro con la firma dei fratelli Baschenis , la scritta “Johanes et Baptista” è ancora estremamente chiara. Questo ultimo dato si rivela essere di enorme importanza per quel che riguarda gli studi storico artistici riferiti al “modus operandi” e ai percorsi di questa famiglia di pittori.
Per quanto riguarda la tecnica del disegno preparato dai Baschenis erano soliti disegnare con un pennello sottile intriso di ocra gialla direttamente sull’intonaco fresco, con una sveltezza e sicurezza di tratto piuttosto sorprendente. In questo caso è più corretto parlare non di sinopia, che veniva tracciata comunemente sull’arriccio, ma di disegno preparatorio, eseguito subito prima della pittura sull’intonaco fresco.
Il disegno preparatorio dei Baschenis, nella piccola chiesetta dei SS. Filippo e Giacomo a Segonzone è visibile sulle figure di San Floriano e San Nicolò e in parte anche sul San Fabiano.
Questo ciclo si colloca in posizione molto importante nella ricostruzione dell’ opera dei due fratelli Giovanni e Battista che dal 1470 sino almeno al 1496.
Molto interessante è la rappresentazione dell’ “Ultima cena”, una delle centoventi raffigurazioni di questo tema presenti in Trentino e una delle almeno due dipinte da Giovanni e Battista in valle di Non.
E…….. tanto altro ancora.
Visite guidate a cura dell’ Associazione Anastasia Val di Non